Non vuole chiudere e offre l’azienda in regalo ai suoi dipendenti (C1-C2)

Non ci sta Francesco Regazzo. Non ce la fa ad accettare che l’azienda di famiglia, dopo cinque generazioni, sia costretta a chiudere i battenti. E cosi qualche giorno fa nel corso dell’assemblea aziendale ha fatto una proposta sorprendente.

“In questo tempo di crisi – ha detto – regalo l’azienda ai miei operai, purché portino avanti, e mantengano vivo il nome di mio nonno nell’attività”. Una decisione sconcertante quanto inaspettata che arriva dopo un periodo di lunga e profonda crisi che ha visto l’azienda di riqualificazione stradale di Venezia diminuire i propri profitti e il numero dei dipendenti, passati da 35 a 4.

lavori stradalinon ci sta (he opposes it – il s’oppose à ça) non ce la fa (he can’t manage – il ne pas capable) chiudere i battenti (close its doors – fermer ses portes) assemblea (meeting – réunion) sorprendente (unexpected – surprenant) regalo (give – donne) operai (workers – ouvriers) purché (provided – à contidiont que) mantengano vivo (keep alive – gardent in vie) sconcertante (baffling -déconcertante) dipendenti (employees – employés)

“È sempre più difficile lavorare – ha dichiarato l’imprenditore veneto (Gazzettino di Venezia) che nei giorni scorsi aveva già denunciato presunte irregolarità nell’assegnazione dei lavori di riqualificazione stradale da parte del comune di Venezia. “Vincono sempre le stese aziende” aveva detto senza esitazione presentando un dossier di 120 pagine alla Guardia di Finanza. Un gesto coraggioso che tuttavia non lasciava presagire la scelta eclatante di pochi giorni fa.

scorsi (recent – dernieris) presunte (alleged – présumées) nell’assegnazione dei lavori di riqualificazione stradale (allocation of road upgrading work – attribuition des travaux de modernisation de la route) presentando (submitting – soumettant) eclatante (striking -frappante)

Il Lido di Venezia

Il Lido di Venezia

Per Regazzo, che ha una visione dell’impresa in cui il numero uno della piramide non deve guadagnare molto di più dell’ultimo dei suoi dipendenti, nella decisione di regalare l’azienda non c’è nulla di straordinario. I suoi dipendenti hanno sempre avuto un alto valore per lui e per questo, se vogliono, è disposto a cedere loro gratuitamente il suo 50% dell’azienda (l’latro 50% è del cugino) che comprende anche le spese notarili per la creazione di una nuova impresa e tutti i macchinari.

In un periodo di crisi in cui sono milioni gli italiani alla ricerca di un posto di lavoro la scelta di Francesco Regazzo non può non far discutere. Proprio mentre a Milano si è svolta la prima conferelza europea sul lavoro voluta dal presidente del consiglio Matteo Renzi e a Roma il Senato ha votato la fiducia sulla legge delega che dà mandato al governo di riformare il mercato del lavoro italiano nei prossimi sei mesi . Una legge su cui in aula si è scatenata la bagarre con la promessa della minoranza di dare battaglia alla Camera.

 valore (value – importance) cedere (give – donner) spese notarili (legal fees – frais juridiques) proprio mentre (while – pendant) si è svolta (was held – a été) legge delega (enabling law – loi d’habilitation) dà mandato (mandates – donne mandat) si è scatenata la bagarre (was unleashed tha brawl – s’est déclenchée la bagarre) dare battaglia (do battle – livrer battaille)

Il ministro Giuliano Poletti

Il ministro Giuliano Poletti

Ma cosa dovrebbe fare l’esecutivo Renzi per rilanciare il mercato del lavoro in Italia? Ed evitare che imprese importanti e storiche come quella di Francesco Regazzo siano costrette a chiudere i battenti.  I punti toccati dalla legge delega sono tanti. Dal contratto a tutele crescenti alla riforma degli ammortizzatori sociali, all’estensione dell’indennità di disoccupazione e di quella di maternità, all’istituzione di un’agenzia per l’impiego. L’obiettivo dichiarato da raggiungere è la creazione di 83mila nuovi posti di lavoro. Un obiettivo ambizioso che secondo alcune parti poltiche non sarà raggiungibile con i provvedimenti annunciati dal governo. Sotto accusa è, in particolare, la modifica dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori che prevede il reintegro dei lavoratori licenziati. “”Il governo intende modificare il regime del reintegro così come previsto dall’articolo 18, eliminandolo per i licenziamenti economici e sostituendolo con un indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità” – ha spiegato il ministro Poletti che ha precisato – che la possibilità di reintegro dopo un licenziamento ci sarà solo per quelli discriminatori o per violazioni gravi sui disciplinari. “I dissensi – chiosa il ministro – non ci fermano”.

rilanciare (to revive – relancer) toccati (touched – abordés) tutele crescenti (increasing protections – protections qui augmente au fur et à mesure) ammortizzatori sociali (social safety nets – filets de sécurité sociale) indennità di disoccupazione (unemplyment benefit – allocation de chômage) dichiarato (stated – affiché) non sarà raggiungibile (will not be reached – ne sera pas atteint) sotto accusa (here: the blame – ici – la faute) reintegro dei lavoratori licenziati (reinstatement of the dismissed workers -réintégration des travailleurs licenciés) eliminandolo (by deleting it – en le supprimant) sostituendolo (replacing it – le remplecant)  indennizzo (compensation) precisato (pointed out – a souligné) dissensi (disagreements – désaccords) chiosa ( says -dit)

E di dissensi ce ne sono tanti. Dalla minoranza del partito del presidente Renzi fino a tutti i partiti di opposizione che mercoledi scorso in aula non hanno solo usato parole pesanti contro il governo, ma hanno lanciato libri e oggetti verso lo scranno del presidente del Senato. La bagarre in aula non ha impedito, comunque, che il provvedimento fosse votato con 165 voti a favore. Ma la polemica non si è placata. Il sindacato dei metalmeccaninci ha minacciato di occupare le fabbriche mentre la Cgil ha già previsto una giornata di mobilitazione nazionale a fine ottobre. Insomma la politica e il sindacato continuano a litigare mentre realta importanti della piccola e media impresa italiana, come quella di Francesco Regazzo, sono costrette a gettare la spugna.

parole pesanti (harsh words -mots trés durs) scranno (bench – banc) non ha impedito (has not prevented – n’a pas empeché) non si è placata ( has not subsided – ne s’est pas calmée) metalmeccanici (metalworkers -métallurgistes) fabbriche (factories – usines) litigare (to suqabble – se chamailler) gettare la spugna (throw in the towel – jeter l’éponge)

Pillole grammaticali : il participio presente

Il participio presente può essere usato come verbo o come aggettivo e varia solo rispetto al numero (singolare/plurale).

Si usa come verbo per sostituire una preposizione relativa che esprime un’azione contemporanea a quella indicata dal verbo della preposizione principale

Es: Un uomo urlante (che urlava) usci dal negozio

Si usa come aggettivo per esprimere uno stato o una qualità intrinseca al nome.

Es: Una telefonata urgente

Dei libri interessanti

Proposta sorprendente

Decisione sconcertante

Tutele crescenti

Il particpio presente si forma unendo alla radice del verbo le tre desinenze ante, ente ente rispettivamente per i verbi della prima, della seconda e terza coniugazione

Amare = amante

Sconcertare= sconcertante

Vincere = vincente

crescere = crescenti

sorprendere= sorprendente

Servire= servente

Ecco un link per esercitarsi un po’!

http://it.wikibooks.org/wiki/Italiano/Participio_(esercizi)#Esercizio_n.C2.B01

Buon lavoro!

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