La guerra dentro Parigi. Colpito il cuore dell’Europa (B2-C1)
È rimasta tre ore nascosta nel sottotetto della sala concerti Bataclan, mentre fuori Parigi è sotto assedio. Clarisse è salva, l’idea di creare uno squarcio nel soffitto delle toilettes e rifuggiarsi nel sottotetto le ha salvato la vita, ma tutto intorno a lei è morte e disperazione. Piange Louis, anche lui al Bataclan con sua madre. “E stato l’inferno dice – singhiozzando – ci siamo buttati a terra. Hanno sparato per dei lunghissimi interminabili minuti e quando qualcuno ha urlato: “sono andati via”, siamo scappati velocemente fuori dal locale”. Ma la guerra è già arrivata anche li. L’empasse Amelot, pochi minuti prima delle 22.00 è uno scenario di guerra. La gente scappa, urla, cade per terra, muore. Una ragazza è appesa al cornicione, immobile. Un uomo corre, cerca Oscar. Una donna incinta piange e chiede aiuto mentre un giornalista del Monde dalla finestra filma tutto prima di essere colpito ad un braccio.
sottotetto (crawl space – combles) assedio (siege -siège) squarcio (hole – trou) disperazione (despair – désespoir) singhiozzando (sobbing – en sanglots) ci siamo buttati (threw ourselves – nous sommes jeté) siamo scappati velocemente (we ran quickly – nous avons vite couru) è appesa al cornicione (is hanging from the ledge – est suspendude la corniche)
La guerra è dentro Parigi. Stade de France, rue Bichat, rue du Fabourg-du-temple et rue de la Fontaine-au-Roi, rue Faidherbe et de la rue de Charonne. È una carneficina. Per 40 minuti nelle strade parigine risuonano i boati delle esplosioni. Il presidente Hollande proclama lo stato di emergenza e chiude le frontiere. Ma i nemici sono già dentro la Francia. Sono francesi. A dirlo i sopravvissuti agli attacchi. “I terroristi – spiega un uomo sconvolto – parlavano francese senza nessun accento. Erano freddi, determinati e volevano uccidere quante più persone possibile. E’ stato terribile”.
carneficina (carnage) boati (roars – bruit) sopravvissuti (survivors – survivants) sconvolto (distraught – boulversé)
Non è una guerra quella che ha sconvolto l’euforico e sfavillante venerdi sera parigino. È molto di più. Quando si è in guerra si conoscono i propri nemici, si possono spiare le loro mosse, prevenirle, arginarle. Ma ieri Parigi, nonostante le misure di sicurezza messe in atto dopo i fatti di Charly Hebdo, è stata colta di sorpresa. Impreparata è caduta nuovamente sotto gli attacchi dei terroristi. Perché? Come è potuto succedere? La risposta va ricercata nel ruolo di primo piano della Francia contro il califfato, ma anche e soprattuto nella difficile realtà sociale di questo paese. Il nemico chiamato Isis qui possiede passaporti francesi. Nasce e cresce in Francia e nelle banlieu alimenta la propria rabbia verso un occidente che lo tiene ai margini. In Francia sono circa sei milioni i musulmani e, se la maggior parte di loro condanna il terrorismo, ce ne è un’altra importante percentuale che trova nella guerra santa l’unica ragione di vita, di riscatto. Si tratta di migliaia di persone difficili da controllare, seguire e pedinare. Mine vaganti, ma ben preparate ed organizzate, proprio come quelle che ieri notte hanno tenuto sotto assedio Parigi e sconvolto la vita di tutti gli europei. La morte, il sangue, la barbarie hanno tinto di rosso il cuore dell’Europa. Niente e nessuno ormai è più al sicuro.
sfavillante (sparkling – pétillante) spiare (spy their activities – espionner leurs activités) è stata colta (was taken – a été pris) va ricercata (lies – réside) alimenta (feeds – alimente) rabbia (anger – colère) riscatto (redeption – rédemption) Si tratta (it consistis – il s’agit) pedinare (stalk – traquer) mine vaganti(loose cannons – franc-tireur)
Tags: attacchi terroristici, bataclan, parigi, stade de france
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