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Crisi economica, centocinquanta vittime in due anni (B2-C1)

cartinaitaliapolitica[1]

Un suicidio ogni due giorni e mezzo. Un suicida su due é un imprenditore. É allarmante la statistica pubblicata dal Laboratorio di ricerca socio economica dell’Università degli studi Link Campus di Roma. Nel 2013 sono state 149 le persone, la maggior parte uomini, che si sono tolte la vita per motivi economici, 60 in più rispetto al 2012. Dato che porta l’Italia a raggiungere la drammatica cifra di 238 suicidi nel biennio 2012-2013.

che si sono tolte la vita (who have committed suicide – qui se son suicidés) cifra (number -chiffre)

“Dietro il tragico gesto – dichiara Nicola Ferrigni, docente di sociologia della Link Campus università e direttore del laboratorio Link Lab – vi é un sistema paese che fatica a trovare soluzioini a problemi ormai diventati insormontabili: perdita del lavoro, impossibilità di pagare l’affitto o la rata del mutuo, debiti accumulati, stipendi non percepiti, bollette da pagare. D’altra parte – prosegue Ferrigni – l’istituto nazionale di statistica rileva che il reddito delle famiglie italiane in valori correnti diminuisce in tutte le regioni italiane”.

fatica a (struggles to – peine à)  ormai (by now – desormais) perdita (loss – perte) impossibilità (inability -incapacité) affitto (rent -loyer) rata del mutuo (mortgage payments – versements hypothécaires) stipendi non percepiti (unpaid wages -salaires impayés) bollette (bills -factures)

Nicola Ferrigni

Nicola Ferrigni

Un dato, tuttavia, secondo Ferrigni é più preocupante degli altri. Rispetto al passato, infatti, quando i suicidi erano soprattuto riscontrati nel nord est, area storicamente ricca di aziende e piccole imprese messe tutte a dura prova dalla crisi, nel 2013 il fenomeno risulta uniformato interessando con la stessa forza tutte le aree geografiche. Anche il Meridione, dove il tasso dei suicidi per motivi economici é sempre stato storicamente più basso che nel resto d’Italia, ha rilevato nel 2013 un aumento passando dai 13 casi del 2012 ai 29 dello scorso anno. A togliersi la vita non sono, infatti, solo i piccoli imprenditori, ma anche i capi famiglia, i negozianti strozzati dai debiti e i disoccupati, il cui numero é passato da 28 a 58.

tuttavia (however – toutefois) preoccupante (alarming -inquiétant) rispetto a(compared to – par rapport) messe tutte a dura prova (put to the test by-mis à l’épreuve par) risulta uniformato (is aligned – est aligné) interessando (affecting – et affecte) aree (areas – zones) ha rilevato (has detected – à trouvé) strozzati (strangled – étranglés)

Nel 2013, tuttavia, il numero più elevato dei suicidi per ragioni economiche si é registrato nel nord-ovest che vede triplicato il numero delle vittime, a seguire le regioni centrali ed il nord est, mentre i casi di suicidio nelle isole sono stati 19.

a seguire (followed – suivi)

“Tali dati – sottolinea Ferrigini – indicano come gli effetti della crisi economica interessino strati sempre più ampi della popolazione e, quindi, non più solo riconducibili alla difficoltà economiche degli imprenditori o di chi perde il lavoro. A togliersi la vita oggi sono, purtroppo, anche i più giovani tra i 35 e i 44 anni che non vedono nessuna posibilità d’uscita dal tunnel della disoccupazione e delle difficoltà economcihe”.

sottolinea (highlights -souligne) strati (classes) sempre più ampi (broader and broader – plus en plus larges) riconducibili (ascrivable -attribuible)

E i tentati suicidi? Raddoppiato il numero rispetto al 2012, anche in questo caso il grido d’allarme viene dalle regioni del sud e dalle isole, dove i casi si sono rispettivamente quintuplicati e raddoppiati perché a tentare di farla finita sono stati molti disoccupati. L’aumento si registra anche nelle regioni del centro Italia in cui nel 2013 si sono verificati ben 22 casi a fronte dei 13 nel 2012. A livello regionale il numero più elevato di tentativi di suicidio si ha nel Lazio. Seguono Sicilia, Campania ed Emilia Romagna.

tentati suicidi (suicide attempts – tentatives de suicide) grido (cry – cri) a fronte (compared to -par rapport)

E i primi dati del 2014 non sono affatto confortanti. Le cronache hanno già registrato alcuni casi di suicidio tra imprenditori, tra cui l’editore Zanardi, impiccatosi nella sua azienda, dopo che, ridotto il personale, era stato costretto a mettere in cassa integrazione anche la moglie e due figlie. Motivi economici. Cosi Zanardi ha spiegato il suo gesto. Motivi che c’é da sperare saranno sanati dall’opera del governo Renzi per il rilancio dell’economia italia. La speranza é il 2014 faccia registrare un dato in controtendenza.

affatto (not at all encouraging – pas du tout encourageantes) impiccatosi (hang himself – se pendu) cassa integrazione (unemployment insurance – assurance chômage) controtendenza (reverse trend – tendance inverse)

Pillole grammaticali: uso del comparativo
Gli aggettivi qualificativi hanno un grado comparativo che si usa per esprimere un paragone tra due o più termini. Il comparativo puo’ essere di maggioranza, di minoranza e di uguaglianza.
– Comparativo di maggioranza/minoranza
Il comparativo di maggioranza/minoranza si forma facendo precedere l’aggettivo dall’avverbio PIU’ o MENO e il secondo termine paragone da DI o CHE.
Si usa DI quando il secondo termine di paragone é costituito:
– da un nome o un pronome non preceduti da una preposizione.
Es: Paola è più giovane di Sara (nome); Paola è meno giovane di me (pronome).          Un dato, tuttavia, secondo Ferrigni é più preocupante degli altri
– da un avverbio: Paola è più/meno bella di prima (avverbio).
Si usa CHE quando il secondo termine di paragone è costituito da:
– un nome o un pronome preceduto da una preposizione:

Es:  Il tasso dei suicidi per motivi economici é sempre stato storicamente più basso che nel resto d’Italia 

Paola è più/meno brava con papà che con la mamma; Andrea è più affezionato a te che a me.
– si paragonano avverbi o verbi:

Es: La matematica mi piace più/meno ora che prima; mi piace più nuotare che correre.
– si mettono a confronto due aggettivi riferiti allo stesso nome:

Es:Vadim è più furbo che onesto; Marta è più simpatica che gentile.
– Comparativo di uguagalianza
Il comparativo di uguagalianza si forma facendo precedere il secondo termine di paragone da COME o QUANTO
Es: Paola é alta come Barabara.
A volte l’aggettivo può essere preceduto da TANTO se nel secondo termine di paragone si usa QUANTO, e COSI se nel secondo termine di paragone si usa COME
Es: Daniele è tanto bravo quanto Marco; Daniele é cosi bravo come Marco

Per esercitarsi un po’:

http://www.initalia.rai.it/esercizi.asp?

http://telelinea.free.fr/italien/comparativi.html

http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=1088

Buon lavoro!

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Commenti (3)

  • Stefano

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    molto interessante, dice di quanto una crisi economica sia prima di tutto una crisi sociale per cui non bastano solo soluzioni economiche.

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  • Aldo Ettore Quagliozzi

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    Carissima Paola, ho letto con grande interesse il tuo post sulla crisi economica. Ho contribuito anch’io all’argomento con un post del 28 di febbraio – “Un appello ai cristiani d’Europa: cacciare i mercanti dal tempio – nel quale riprendo e trascrivo in parte una straordinaria riflessione di Barbara Spinelli sulle conseguenze in Grecia della crisi, riflessione suggerita all’Autrice sulla scorta di quanto documentato dalla rivista medico-scientifica “Lancet”. Ti invito a prenderne visione sul mio blog http://www.ilcavalierdelamancia.com Colgo l’occasione per congratularmi per la tua iniziativa in rete. Saluti. aldoettorequagliozzi

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    • Paola Gagliano

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      Grazie mille, per il suo commento. Andro’ a leggere con piacere il suo post. Saluti.

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